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I Manager di Hitler Albert Speer [XivD Ita] [Tntvillage]


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I Manager di Hitler Albert Speer [XivD Ita] [Tntvillage] (Size: 530.02 MB) (Files: 1)

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[font=Optima]"Abbagliato dalle possibilità della Tecnica, l'ho servita negli anni decisivi della mia esistenza. Ora, al termine di questa mia esistenza, essa, la Tecnica, trova davanti a sé il Dubbio."[/font]

La Storia siamo Noi - I Manager di Hitler
Albert Speer - 1 di 5

-[font=Optima]>Biografia<-[/font]

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Primi anni

Nonostante in gioventù volesse dedicarsi alla matematica, finì per seguire le orme paterne e del nonno e intraprese gli studi di architettura. Studiò sotto la guida di Heinrich Tessenow all'Istituto di Tecnologia di Berlino, diventandone anche l'assistente. Dopo il completamento degli studi, nel 1931, sposò Margarete Weber. Più tardi nel corso dello stesso anno venne persuaso da alcuni suoi studenti a partecipare a una manifestazione del Partito Nazista. Affascinato dalle parole di Adolf Hitler, nel giro di poche settimane entrò a far parte del partito.

Il suo primo lavoro in qualità di membro del partito arrivò nel 1933, quando Joseph Goebbels gli chiese di rinnovare il Ministero della Propaganda. Goebbels rimase impressionato dalla velocità e dalla qualità del suo lavoro e lo raccomandò a Hitler, che lo incaricò di aiutare Paul Troost a ristrutturare la Cancelleria di Berlino. L'opera più ragguardevole di Speer nell'ambito di quest'incarico fu la progettazione della famosa balconata.

Architetto per il Fuhrer

Alla morte di Troost, nel 1934, Speer venne scelto per sostituirlo come architetto capo del Partito. Una delle sue prime commesse dopo la promozione divenne uno dei suoi lavori più noti: l'allestimento del raduno di Norimberga, filmato nel capolavoro della propaganda nazista Il trionfo della volontà diretto da Leni Riefenstahl. L'ambientazione era basata su una scenografia in stile dorico che riprendeva l'altare di Pergamo in Turchia, ingrandita su una scala enorme, capace di contenere 240.000 persone. Speer fece poi circondare l'immenso campo di parata da 130 riflettori da contraerea. L'accorgimento creò l'effetto di una "cattedrale di luce", secondo le parole dall'ambasciatore britannico Sir Neville Henderson. Norimberga sarebbe dovuta diventare la sede di numerosi palazzi ufficiali del nazismo, molti dei quali non vennero mai realizzati (ad esempio lo Stadio Tedesco, che avrebbe dovuto contenere 400.000 spettatori ed essere la sede dei "Giochi Ariani" in sostituzione dei Giochi Olimpici).

Nella progettazione dei monumentali edifici di Regime, Speer sostenne la teoria del "valore delle rovine". Secondo la teoria, entusiasticamente accolta da Hitler, tutti i nuovi edifici sarebbero stati costruiti in modo tale da lasciare rovine grandiose per migliaia di anni a venire, che avrebbero testimoniato la grandezza del Terzo Reich alle generazioni future, come le rovine dell'Antica Grecia o dell'Impero Romano.

Nel 1937 Speer disegnò il padiglione tedesco per l'Esposizione Mondiale di Parigi, pensato per rappresentare una massiccia difesa contro i massacri del comunismo, e posto sul lato della strada direttamente di fronte al padiglione Sovietico. È da notare che entrambi i padiglioni vennero premiati per il loro design con la medaglia d'oro.

Speer venne anche incaricato di progettare la ricostruzione e la riqualificazione urbanistica di Berlino, la futura Germania, capitale dello stato millenario pangermanico. Il primo passo di questo piano fu la costruzione dello Stadio Olimpico per le Olimpiadi del 1936. Speer progettò anche una nuova Cancelleria, che comprendeva un vasto salone lungo il doppio della Sala degli specchi del Palazzo di Versailles. Hitler volle che egli disegnasse una terza e ancor più grande Cancelleria, che però non venne mai realizzata. La seconda Cancelleria fu distrutta dall'Armata Rossa nel 1945.

Quasi nessuno degli edifici progettati per la nuova Berlino fu costruito. La città avrebbe dovuto essere riorganizzata intorno ad un asse portante largo 120 metri e della lunghezza di 5 chilometri. All'estremità nord, Speer pianificò la costruizione di un enorme edificio a cupola, che richiamava la Basilica di San Pietro di Roma. La cupola dell'edificio doveva essere maestosa, alta oltre 200 metri e con un diametro di circa 250 (tre volte la cupola di San Pietro). Sulla sommità della costruzione avrebbe capeggiato un'aquila dorata che stringe fra gli artigli la croce uncinata (poi sostituita da Hitler con il globo terrestre). All'estremità meridionale dell'immenso viale avrebbe dovuto essere edificato un arco, sul modello dell'arco di Trionfo di Parigi, ma anche in questo caso molto più grande (almeno 120 metri in altezza) tanto che l'arco parigino avrebbe potuto trovare posto sotto di esso. Sulla superficie in granito di questo grande arco dovevano essere incisi i nomi di tutti i caduti tedeschi nel primo conflitto mondiale. Lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939 portò all'abbandono di questi progetti.

Hitler aveva un debole per il giovane e aitante Speer, i cui progetti «monumentali» considerava espressione dei principi nazionalsocialisti. Hitler, che in gioventù aveva avuto velleità di artista (tanto da trasferirsi a Vienna per iscriversi all'accademia di Belle Arti) e che nel profondo si sentiva ancora tale, vide in Speer la personificazione delle proprie ambizioni, nonché un giovane e fedele esecutore che avrebbe potuto portare avanti, dopo la sua morte, i grandi progetti edilizi per rendere «immortale» il ricordo del «grande reich tedesco nazionalsocialista».

Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt avvenuta in un misterioso incidente aereo, Hitler sorprendentemente nominò Speer, che non aveva alcuna esperienza in materia di produzione industriale, "ministro agli armamenti e alla produzione bellica".

Nonostante le difficoltà e la novità dell'incarico, Speer lavorò alacremente per migliorare l'industria bellica e per fronteggiare la riparazione degli impianti danneggiati dai sempre più frequenti bombardamenti alleati. Speer ottenne ottimi risultati raggiungendo l'apice della produzione tedesca nel 1944, quando la situazione militare ed economica della Germania era già decisamente critica. Per arrivare a questi traguardi Speer si circondò di un gruppo di giovani manager, limitando al massimo l'apparato burocratico. Per velocizzare le decisioni fece leva in più occasioni sul particolare rapporto che lo legava ad Hitler, sfruttando inoltre la manodopera a costo zero fornita dagli internati richiusi nei campi di concentramento. Secondo le sue parole di giustificazione dopo la guerra, quest'ultima scelta fu dettata, più che da motivi ideologici, dall'inconsapevolezza riguardo alle reali condizioni degli internati, e dalla necessità di trovare nuovi lavoratori, man mano che le perdite dell'esercito tedesco rendevano necessario il reclutamento militare di un sempre maggior numero di giovani lavoratori tedeschi.

Nonostante questi atti, che portarono Speer ad essere processato a Norimberga insieme agli altri gerarchi nazisti, egli fu uno dei pochi leader ad opporsi alla deriva folle e ossessiva di Hitler. Nel 1945 Speer si rifiutò di portare avanti la strategia della «terra bruciata», che si proponeva di distruggere completamente tutto ciò che si trovava nei territori tedeschi che sarebbero caduti in mano al nemico. Speer, ben cosciente che la guerra era ormai perduta, non eseguì gli ordini impartiti da Hitler, nella consapevolezza che il popolo tedesco sconfitto avrebbe avuto bisogno di un minimo di infrastrutture per potersi risollevare dal baratro nel quale stava precipitando.

Nella situazione tesa e drammatica dell'ultima fase della guerra, Speer pensò addirittura di assassinare il Führer, immettendo gas nervino negli impianti di aereazione del bunker sotto la Cancelleria di Berlino (che lui stesso aveva progettato). Ciò nonostante, nei giorni che anticiparono il suicidio di Hitler, Speer si riavvicinò a lui, ed in un drammatico incontro avvenuto nel bunker stesso confessò di aver sabotato gli ordini del Führer. Hitler, ormai convinto dell'imminente fine, non volle ritorsioni, e Speer poté lasciare il bunker, riparando pochi giorni dopo a Flensburg, dove si era stabilito il nuovo ed effimero governo del grandammiraglio Karl Dönitz, successore nominato da Hitler.

Nel dopoguerra

Speer fu arrestato dalle forze alleate a Flensburg subito dopo il termine del conflitto e processato a Norimberga con l'accusa di aver utilizzato manodopera in condizioni di schiavitù per mandare avanti l'industria bellica tedesca. Speer si distaccò dalla maggior parte dei gerarchi nazisti sotto processo, dichiarandosi colpevole delle accuse a lui rivolte, anche nella speranza che la colpa dei crimini nazisti ricadesse solo sul ristretto gruppo che aveva condotto la guerra. Il suo atteggiamento fu premiato e venne condannato a 20 anni di reclusione, da scontarsi nel carcere di Spandau, a Berlino Ovest.

Il suo rilascio, avvenuto nel 1966, fu un evento mediatico mondiale. Tornato in libertà, pubblicò alcuni libri autobiografici e condusse una vita piuttosto ritirata fino alla morte, che avvenne a Londra il 1° settembre 1981, esattamente 42 anni dopo l'inizio della seconda guerra mondiale.

I suoi libri, il più famoso dei quali Memorie del Terzo Reich è stato tradotto in numerose lingue, forniscono uno sguardo unico e personale sulle principali figure dell'era nazista. Tuttavia, parte della critica ritene che nei libri Speer minimizzi il suo personale ruolo nelle atrocità di quel periodo.

Suo figlio è diventato anch'egli un architetto di successo, ed è stato responsabile del progetto dell'Expo 2000, l'Esposizione mondiale svoltasi ad Hannover. Ha anche disegnato la "Città Internazionale dell'Automobile" di Shanghai.

-[font=Optima]>Scheda Tecnica del Rip<-[/font]


[ Info sul file ]

Nome: La Storia siamo noi - I manager di Hitler - 1di5 - Albert Speer.avi
Data: 24/01/2008 13:43:04
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[font=Optima]"Albert Speer non è il solito nazista appariscente e ottuso... è molto più del semplice uomo che raggiunge il potere, simboleggia invece un tipo d'uomo che sta assumendo sempre più importanza in tutti i Paesi belligeranti: il tecnico puro, l'abile organizzatore, il giovane brillante uomo senza bagaglio e senza altro scopo che seguire la propria strada, senza altri mezzi che le proprie capacità tecniche e manageriali. Degli Hitler e degli Himmler ce ne sbarazzeremo, ma con gli Speer dovremmo fare i conti ancora a lungo..."[/font]

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